Due Giorni in Valle D’Aosta tra Vigneti e Castelli

Siamo partiti alla volta della Valle D’Aosta per un week-end enoculturale.

La produzione di vino in Valle d’Aosta rappresenta una nicchia particolare caratterizzata da viti si sviluppano in un contesto montano con ampie pendenze e temperature alpine.

Per la visita e la degustazione scegliamo Les Cretes ad Aymaville, un’eccellenza nel settore. L’azienda, con la sua produzione annua di 170.000 bottiglie, è la più grande impresa privata operativa sul territorio regionale e vanta numerosi premi. La visita parte dai bellissimi vigneti di Aymaville posti sulle pendici di una collina dominata da un piccolo casino di caccia di epoca sabauda. Un gioiellino da cui si domina una natura bellissima. Procediamo poi con la visita della cantina vera e propria, dove seguiamo il processo produttivo dalla spremitura dell’uva, alla conservazione sino all’imbottigliamento. Il tutto si conclude nel “Rifugio del Vino” un edificio di 170 metri quadrati costruito a fianco della storica cantina dell’Azienda. Un progetto architettonico notevole che ha anche ricevuto una menzione speciale nel concorso internazionale “ Le cattedrali del Vino” della rivista Il gambero Rosso. E’ un luogo molto bello, con il suo tetto ispirato alle forme della montagna con ampie vetrate in modo da creare un tutt’uno con ciò sta intorno.

Siamo ben accolti, in questo meraviglioso contesto. Degustiamo ottimo vino mentre ci viene offerto un buonissimo pranzo cucinato per noi appositamente da uno chef locale.

Ed ora passiamo alla cultura.

Visitiamo il Castello Sarriod de la Tour, appartenente all’omonima famiglia. Situato in una zona pianeggiante che termina a strapiombo sulla Dora Baltea, il castello risale nella sua parte più antica ai secoli XI e XII. Nei secoli successivi la struttura architettonica ha subito interventi di ampliamento e sviluppo, condotti non sempre in modo organico che gli hanno conferito l’aspetto irregolare e composito che oggi lo contraddistingue. L’interno è stato restaurato e spogliato dei suoi mobili originari. Possono solo essere notati alcuni dipinti murali del primo Duecento e affreschi quattrocenteschi.

L’ambiente più strano e affascinante è la cosiddetta “sala delle teste”, che prende il nome dalla decorazione del soffitto ligneo, le cui mensole sono intagliate con personaggi curiosi, talvolta scurrili, ed esseri fantastici e mostruosi. L’interno può essere visitato solo accompagnati da una guida, fatto che consente di apprezzare un luogo che forse senza adeguate spiegazioni potrebbe non essere pienamente capito.

Pensavamo di concludere così la nostra prima giornata valdostana, ma la guida ci parla di un antico ponte-acquedotto romano del 3 d.c. che si trova a poca distanza. Decidiamo di raggiungerlo, trovandoci di fronte un opera a noi sconosciuta ma davvero particolare e splendidamente conservata. Il ponte si trova in prossimità del villaggio di Pont d’Ael, che tra l’altro è un piccolo borgo delizioso, sul torrente Grand-Eyvia. Si tratta di una grandiosa opera in muratura a blocchi di pietra da taglio, alta circa 56 metri e lunga più di 50. Il monumento aveva una funzione di ponte-acquedotto. Si presenta, infatti, suddiviso in due livelli: un condotto superiore pavimentato in grosse lastre, e un camminamento inferiore, largo circa un metro e opportunamente aerato ed illuminato, che consentiva il transito di uomini e animali. Un’iscrizione sul fronte nord consente la datazione all’anno 3 a.C. I lavori di restauro e valorizzazione nel sito del Pont d’Ael a Aymavilles hanno anche realizzato di un camminamento di vetro che consente ai visitatori di vedere l’interno del ponte stesso, un’esperienza davvero particolare.

Pont D’ael si trova sulla strada per Cogne e visto che nessuno di noi ci è mai stato, decidiamo di proseguire il tragitto, immergendoci nel Gran Paradiso. Cogne è un paesino grazioso e ben tenuto circondato da bellissimi prati in fiore. Ci fermiamo giusto il tempo di una passeggiata è tardi e noi iniziamo ad avere un po’ freddo! Per oggi abbiamo fatto abbastanza.

La mattina seguente viene dedicata ad uno sguardo veloce al Cervino. Sostiamo per alcune foto sulla riva del delizioso Lago Blu, per poi raggiungere Cervinia che con la sua disordinata architettura anni ‘70 francamente non ci esalta. Le nubi sono basse e la sagoma del Cervino può essere solo intuita. Consoliamo con una dietetica polenta e fontina, anche questa un monumento della Valle d’Aosta.

Sulla via del ritorno ci attendono il Castello di Fenis e il Forte di Bard

Il Castello di Fenis è bellissimo, ma anche affollatissimo. Purtroppo, si può entrare solo con visite guidate. Oggi l’attesa è lunga almeno 2 ora. Desistiamo. Alla biglietteria ci viene suggerito di recarci in bagno, perché in questo caso è possibile percorrere il muro interno del castello. Ci accontentiamo, poi usciamo per le foto di rito e proseguiamo per Bard.

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Il Forte di Bard, rimasto pressoché intatto dal momento della sua costruzione, rappresenta uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento di primo Ottocento. La piazzaforte è costituita da tre principali corpi di fabbrica, posti a diversi livelli, e consta di 283 locali. Il cuore è costituito dalla Piazza D’Armi. L’ingresso è gratuito. Si può poi scegliere di visitare, a pagamento, il Museo delle Alpi oppure le sale che ospitano mostre temporanee. Optiamo per le Prigioni: 24 celle di detenzione disposte lungo quattro sezioni. Le anguste celle dove venivano rinchiusi i prigionieri hanno dimensioni molto ridotte, circa 1,3×2 metri. Nel corso dell’Ottocento arrivarono ad ospitare decine di prigionieri, in particolare nel corso della terza “Insurrection des Socques” del 1854 per poi essere trasformate in magazzini viveri della fortezza. Lo spazio ospita un percorso multimediale dedicato alla storia dell’impianto.

Il Forte è servito da una strada esterna che dal lato sud permette di accedere al cortile dell’Opera di Gola, e da una strada interna che, con stretti tornanti sorretti da possenti muraglioni, risale il pendio opposto rivolto a nord e consente di accedere all’Opera Carlo Alberto e all’area delle Scuderie, anch’essa ora adibita a sede di mostre temporanee. Entrambi i percorsi sono pedonali. La sommità della rocca è facilmente raggiungibile grazie ad avveniristici ascensori panoramici che dal Borgo di Bard, ai piedi del Forte, consentono l’accesso alle varie sezioni.

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Consiglio: si sale in ascensore e si scende a piedi per visitare il grazioso nucleo storico del villaggio di Bard.

Dormire – Hotel La Meridiana a Saint Pierre, un delizioso hotel di montagna caldo e accogliente che ha il suo punto di forza in una colazione fantastica

Cenare – Maison Rosset a Nus un agriturismo con menù fisso che consente di gustare specialità della valle con ingredienti genuini a km zero per 35 euro

#cercounhashtagperviaggiare

 

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