Uzbekistan: La Mia Guida

Voglio raccontare la mia esperienza in questo bellissimo paese dell’Asia Centrale, poiché, nonostante sia uno dei più turistici di questa parte di mondo, non esistono molte guide che aiutano ad ottenere informazioni pratiche. Allora partiamo da qui, dalle guide turistiche

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L’unica dedicata in italiano a questo paese che ho reperito è quella della casa editrice Polaris: Uzbekistan, nelle steppe dell’Asia Centrale. Si tratta di un’opera completa per quanto riguarda aspetti culturali e architettonici. Poi c’è sempre la Lonely Planet che all’Uzbekistan dedica un capitolo della sua guida Asia Centrale. Io l’ho acquistata. Il prezzo non vale le poche pagine riferite a questo paese, e anche le informazioni pratiche si sono rivelate parziali e spesso differenti dalla realtà che ho potuto testare con mano. Del resto è una guida del 2014 e ho l’impressione che in paesi giovani come questi, in un’epoca di fermenti politici, le cose cambino con una certa rapidità. Quindi, salvo che uno non ne faccia una raccolta (come faccio io), conviene acquistare il capitolo PDF sul sito on line.

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Fatta questa premessa, occorre “entrare” in Uzbekistan e, quindi, avremo necessità di ottenere un visto d’ingresso. Il visto può essere chiesto in autonomia compilando un modulo on line e poi inviando passaporto e quanto richiesto all’ufficio consolare. Il costo del visto dipende dalla durata del soggiorno, che non può essere superiore a tre mesi e dal numero di ingressi richiesti. Per evitare problemi, ho delegato la mia agenzia di viaggio, cui ho consegnato passaporto due foto tessera e il modulo compilato. Il costo per un visto di 15 giorni è stato di 120 euro.

Non mi sono informata sull’ottenimento del visto direttamente nel paese, ma posso dire che all’aeroporto di Taskhent c’è un ufficio visti e ho anche assistito alla emissione di un visto a turisti inglesi che lo hanno pagato 70$. In ogni caso non rischierei e me lo procurerei prima di entrare.

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Formalità di ingresso: Innanzitutto pazienza! Sinceramente non ho mai visto una situazione di caos simile a quella cui ho assistito all’aeroporto di Taskhent al mio arrivo. Le operazioni di dogana hanno comportato almeno un paio d’ore. In sostanza, tutti i passeggeri si sono riversati ai banchi della polizia di frontiera per compiere le formalità di rito. Il problema è che qui hanno un vago concetto su come si stia in coda e, pertanto, tutti si accalcano scompostamente verso i banchi. Così che è impossibile capire a che punto sei.

Inoltre i poliziotti sono estremamente rigorosi nell’esame dei documenti, specialmente con i locali, ed ogni persona necessita di un tempo compreso tra i cinque/dieci minuti… Moltiplicatelo per trecento persone e fate un po’ voi! La cosa stupefacente è che la maggior parte delle persone in attesa è uzbeka. Tutti sono fotografati ed a tutti vengono prese le impronte digitali e scansionati i documenti. E’ davvero strano che un cittadino debba compiere così tante formalità per entrare nel proprio paese.

Tralasciando l’anedottica, veniamo ora alle questioni davvero importanti, le formalità doganali valutarie e la registrazione. A proposito di denaro, all’ingresso in Uzbekistan occorre dichiarare quanta valuta straniera si sta introducendo nel paese. Ovviamente, ciascuno valuterà se essere onesto o meno, tuttavia, bisogna sapere che la dichiarazione verrà controllata in uscita, quando verrà richiesto quanta di quella valuta sarà rimasta nelle tasche di ciascuno.

#cercounhashtagperviaggiare

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