Lungo il viaggio dal Namib a Swakopmund, dal deserto al mare.
A Solitaire si impone una sosta perché è l’ultimo avamposto “umano” prima del deserto e occorre fare benzina. La sosta è piacevole: si può consumare la famosa torta di mele della locale panetteria e fare qualche foto alle macchine arrugginite, senza motore ne vetri e nemmeno pneumatici, che fanno da contorno alla stazione di servizio: sembra il set di Cars!
Lungo il tragitto attraversiamo il Tropico del Capricorno e due passi di montagna: Gaub e Kuiseb. Il paesaggio è sempre bello ed emozionante, con alternanza di deserto e savana. La strada è sterrata e malmessa. Il viaggio diventa lungo e faticoso. Qui si che si apprezza la 4wd.
Alla fine del deserto sabbioso appare dal nulla, quasi un miraggio, Walvis bay, cittadina anonima separata da una trentina di chilometri di asfalto da Swakopmund. Gli ultimi 30 minuti e finalmente la città si presenta di fronte ai nostri occhi stanchi.
Già il nome tradisce la vera natura di Swakopmund: un pezzo di Germania sull’oceano Atlantico. Dormiamo al Garni Adler, per l’appunto. Hotel piacevolmente piccolo quasi sulla spiaggia e vicino al vecchio molo. Abbiamo tempo per una passeggiata in questa strana città per vedere con i nostri occhi le colorate architetture coloniali. Un paio d’ore sono sufficienti. Per noi è domenica e tutti i negozi sono serrati. In giro non c’è anima viva.
La sera optiamo per una buona cena a base di pesce al “The Tug”, all’imbocco del molo con una suggestiva vista dell’oceano che pare piuttosto arrabbiato a causa del gelido vento che soffia.
E’ il momento dell’escursione che prevede catamarano nella Walvis Bay di mattina e “jeeppata” verso Sandwich Harbour di pomeriggio.
La compagnia che ci è stata consigliata è la “Catamaran Charter”. Dividiamo la navigazione con un folto numero di italiani, abbastanza rumorosi e con dei sudafricani altrettanto silenziosi. Gli altri passeggeri sono una simpatica otaria, 4 pellicani ed un ciuffo di gabbiani che approfittano del passaggio. Un pò “turistico” ma l’otaria è simpaticissima e soprattutto è molto molto vicina.
L’escursione ci porta a vedere le coltivazioni di ostriche, infiniti branchi di otarie, qualche delfino saltellante e, se si è fortunati (noi non lo siamo stati), tartarughe e pesci sole. Prima del rientro, vengono offerte ostriche e champagne.
Rimesso piede sulla terraferma, si riparte con un fuoristrada per Sandwich Harbour, uno degli angoli più belli della Namibia. Un’ora di strada attraverso saline, lagune popolate da fenicotteri e deserto sabbioso per giungere ad un punto in cui dune altissime degradano direttamente nell’oceano: da un lato dune a perdita d’occhio e dall’altro Atlantico a perdita d’occhio. Fantastico!
Si rientra e il saliscendi vertiginoso tra le altissime dune è divertente.
E’ sera, e sulla strada di rientro la nebbia di stamani è sostituita dalla sabbia che il vento spinge sulla strada. L’effetto non cambia.
Cena al Kucky’s Pub, una birreria nel centro mai affollato di Swakopmund. Buona la birra. Buono il cibo. Onesto il ristorante.
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