Partendo da Windhoek la prima meta importante verso la striscia del Caprivi, il “dito” della Namibia tra Angola e Botswana verso le cascate Vittoria, è Grootfontein. Lungo la strada ci fermiamo a visitare il centro di recupero per i ghepardi Otjiwarongo. Li osserviamo nei loro recinti e assistiamo al pasto. Nulla di imperdibile, ma interessante.
Ripartiamo poco dopo. Le indicazioni che l’Agenzia di Windhoek ci ha dato per il “Fiume Lodge” sono abbastanza imprecise. Invece di proseguire lungo la strata principale, deviamo a sinistra, imboccando una larga strada che ben presto si trasforma in sterrato. Nessuna casa, nessuna luce e nemmeno copertura telefonica.
E‘ buio, molto. Quel buio africano che ormai non siamo più abituati a vedere in Europa. Ci fermiamo, per cercare di capire da che parte siamo girati e scendiamo dall’auto. E’ fantastico. La notte è nera, illuminata da moltissime stelle che sembra quasi di riuscire a toccare con le mani. “Tutto sommato nessun male viene per nuocere”, pensiamo: è un panorama che ci saremmo persi se … non ci fossimo persi!
Ok, è meglio ritornare sui nostri passi”. E così facciamo. Ritorniamo sulla strata principale (20 minuti), e lungo questa ritorniamo verso Grootfontein (15 minuti). Ci fermiamo al primo distributore di carburante, acquistiamo una tessera del telefono per pochi NAD (dollari namibiani), e telefoniamo al lodge per ottenere le indicazioni corrette. Lo raggiungiamo in 15 minuti. Nauralmente tutto molto più facile di quanto sembrasse.
L’oscurità e la scarsa illuminazione articifiale fanno sembrare di essere a notte inoltrata. In realtà solo solo 20:00. Gli altri ospiti del lodge hanno già terminato la cena. Le giovani e cortesi proprietarie ci dicono di aver preparato qualche cosa per noi. Sono cosi carine che quando si presentano con tartine di carne affumicata, polpettone di kudu e straccetti di zebra non abbiamo il coraggio di dire che siamo vegetariani! Qualcosa mangiamo, qualcosa lasciamo e qualcosa nascondiamo nei fazzoletti di carta.
L’indomani mattina partiamo verso nord, verso Rundu. Poco dopo Grootfontein ci fermiamo a visitare un villaggio San. Si tratta di una sorta di museo vivente. Si possono scegliere alcune attività ben illustrate su “menu” predisposti ed attentamente seguiti da gruppi di boscimani. Abbiamo scelto caccia e artigianato. Siamo stati condotti ad una piccola radura dove alcuni boscimani in costumi semiadamitici ci hanno mostrato come si accende il fuoco, come si costruisce un arco e una freccia, come si caccia, come si producono monili con semi e fiori. In fondo è un modo come un altro che queste popolazioni si sono inventate per arrotondare gli scarsi sussidi statali. Vivono ai margini della piccola società “civilizzata” e spendono la giornata in case di lamiera nell’attesa dei turisti. Non parlano inglese (almeno in apparenza) ma ben ci si intende a gesti. Approposito: avvistata un piccola giraffa lungo la strada.
La visita dura un paio d’ore. In seguito proseguiamo fino alla polverosa Rundu, da cui raggiungiamo il K’Wasi Lodge in tempo per la merenda (tè e dolce). Attendiamo il tramonto.
La mattina veniamo accompagnati ad un villaggio Kavango, che raggiungiamo a piedi. Il villaggio è costituito da poche capanne che occupano un ampia area vicino un orto creato con aiuti della Croce Rossa. Scene di vita domestica.
Verso il tramonto crociera lungo il fiume Okavango. Dalla barca si possono osservare persone intente in attività quotidiane. Verso metà del tragitto la barca si ferma sulla sponda opposta del fiume… in Angola. Foto di rito. Attendiamo lungo il fiume il tramonto e poi rientriamo al lodge per la cena. Notte.
Partenza per Kangola. Siamo in piena striscia del Caprivi. Arriviamo per l’ora di pranzo al Namushasha Lodge. Ci accorgiamo solo all’arrivo che il fuso orario è cambiato, ma nonostante ció riusciamo a partecipare al game drive fotografico previsto nel pomeriggio al Bwambwuata National Park. Con una barca veniamo condotti ai mezzi fuoristrada. Di animali per il vero se ne vedono pochini, qualche elefante, impala, zebre, uccelli. Carino, da fare, non imperdibile.
L’indomani mattina partiamo alla volta del Mumudu National Park. Ci passiamo praticamente di fronte senza notare nemmeno l’ingresso, da tanto è maestoso ;-). Torniamo indietro e seguiamo le indicazioni per lo stagno degli ippopotami, il paesaggio è molto bello e, seppur non da vicino, riusciamo a vedere i nostri primi ippopotami. Sono una coppia. Bellissima emozione. Finalmente troviamo l’ingresso del parco. La strada è particolarmente sabbiosa e, fin troppo ligi alle indicazioni che ci sono state date, decidiamo di non correre rischi e torniamo al
lodge.
Un pó di sole e siamo pronti per la crociera sul fiume Kwando. Questa visita va decisamente molto meglio delle precedenti esperienze. Avvistiamo un buon numero di animali: elefanti sulla terra e nascosti tra le canne, coccodrilli ed anche una colonia di ippopotami, questa volta decisamente vicini!
Per noi il viaggio lungo la striscia del Caprivi ha rappresentato l’avvicinamento al Botswana. Anche qui l’Africa è magica con i suoi grandi spazi, ma non ha nulla a che vedere con il resto della Namibia. I paesaggi si susseguono uguali e abbastanza monotoni ma c’è il fascino della terra di confine, del “siamo lontani da tutto”.
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