“Chi percorre il deserto scopre in se stesso una calma primitiva, che forse è la stessa cosa della Pace di Dio”
(Bruce Chatwin).
Sahara! Beh certo non si può parlare di deserto senza citare il Sahara. In arabo significa solitudine. Il nulla in effetti è a perdita d’occhio. La sua estensione è enorme anche se io ne ho vista solamente una porzione piccolissima: le dune di Tifou in Marocco.
La cittadina più vicina è Zagora da cui si parte per la visita delle dune. Zagora è il luogo in cui un cartello rassicura che bastano 52 giorni per raggiungere Timboktou. L’occasione per toccare il Sahara è stato un tour del Marocco per il quale avevo noleggiato un auto, una normalissima Renault berlina che ovviamente non va sulla sabbia, ma che ci ha portato ai bordi del deserto per poi salire sulle dune, tra le più alte del Sahara. Raggiungono i 150 mt.
Erg significa appunto deserto di dune e Zagora fa parte dell’Erg Chebbi uno dei più vasti. Il mio approccio al deserto in questo caso è stato molto breve ma, come si dice, intenso. Basta salire su una duna per godere della vastità, di quel senso di nulla e di tutto che solo il deserto sa offrire, delle forme che paiono sempre uguali ma che sono in continuo ed incessante movimento.
Infine, il mio itinerario “+1”, il 5°. Quest’ultimo è il deserto del Nabib. Ne ho già trattato nel mio post sulla Namibia e non mi ripeterò. Ma parlando di questo argomento non potevo non ricordare le magiche dune di Sossusvlei in questo meraviglioso angolo di Africa.
#cercounhashtagperviaggiare
Rispondi