Per chi la raggiunge da Khiva, Bukhara appare come un miraggio dopo chilometri di deserto.
Il centro storico con il suo dedalo di viuzze costellate di monumenti ben conservati è Patrimonio dell’Umanità. Il punto centrale è la piazza Lyabi-Hauz una grande vasca risalente al 1620 su cui si affacciano su tre lati bellissimi monumenti tra cui la Madrassa Kukeldash riccamente ornata. Sulle rive della vasca che sembra un piccolo laghetto vi sono caffè e un elegante ristorante molto frequentato dai locali.

La piazza era il centro della vita commerciale di Bukhara che si svolgeva nei bazar coperti siti nelle vicinanze. Un tempo la zona dei bazar era molto vasta. Oggi ne sono rimasti tre, quello dei cambiavalute, dei cappellai e infine quello dei gioielli. In realtà, non c’è molta differenza tra l’uno e l’altro e li si percorre senza soluzione di continuità. Le botteghe sono pressoché tutte dedicate ai turisti e vendono tappeti, tessuti, ceramiche. I prezzi in Uzbekistan sono certamente buoni ma occorre trattare allo sfinimento.

Da non perdere il bellissimo complesso religioso denominato “Poi Kalom” con il minareto che con i suoi 47 metri d’altezza era il più alto dell’Asia Centrale, ma anche la moschea con le pareti ricoperte di maioliche blu.
Io ho trovato deliziosa la moschea Chor-Minor, un poco defilata rispetto al centro. Il suo nome in persiano significa “Quattro Minareti” con riferimento alle quattro torri che contraddistinguono questa struttura e la rendono particolare rispetto a tutte le altre viste nel paese. Nella realtà, però, queste torri non sono minareti ma tre di esse erano depositi usati per lo stoccaggio ed uno è racchiude una scala che consente l’accesso al tetto. Da questo non solo si ha una bella vista dell’area sottostante, ma si ha un punto di osservazione privilegiato per queste torri, ricoperte di maioliche blu, sormontate da una cupola azzurra e se anche il cielo è del colore intenso che ho visto io la magia del luogo è servita.
Tra gli edifici non religiosi più interessanti c’è l’Ark, l’antica cittadella dei sovrani di Bukhara, oggi di quel monumento sono rimaste le possenti mura, restaurate dai sovietici e l’antico cortile con la sala del trono.

Dormire
Bukhara è l’unica città dell’Uzbekistan dove c’è un’ampia scelta di piccoli boutique hotel. Sono antiche case di nobili e mercanti convertite in piacevoli b&b. Io ho alloggiato al K. Komil Boutique Hotel che si trova nel vecchio quartiere ebraico della città, a cinque minuti a piedi dalla piazza Lyabi-Hauz. Ha ampie camere decorate ed una fantastica sala colazione in un’ambiente riportato al suo antico splendore.

Mangiare
Budreddin vicinissimo alla piazza Lyabi –Hauz con un bel cortile dove mangiare all’aperto, è stato forse l’unico ristorante a vantare pietanze vegetariane avendole veramente.
Saroy al contrario del precedente, pubblicizzava piatti vegetariani decantati anche dalla Lonely Planet, ma che in realtà erano inesistenti. Cibo mediocre ma una bella terrazza sulla piazza principale.
Lyabi House consigliato per mangiare sulla riva della grande vasca, meglio a pranzo che alla sera, quando suonano dal vivo e la musica è assordante.
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