Lungo la Via della Seta: Samarcanda

Ed ecco Samarcanda, nome che evoca profumo di incenso, carovane di mercanti, sete e tappeti e tutto ciò che di magico ispira l’antico Oriente delle Mille e Una Notte. La realtà è un pò diversa. Nel suo complesso Samarcanda è una città moderna e vivace, con edifici di stampo sovietico che riesce a conservare ancora il proprio fascino nel “Registan”. E solo questo vale il viaggio fin qui.

Samarcanda ha una storia lunga e travagliata. Fondata nel V secolo a.c., felicemente posizionata sulle vie carovaniere e crocevia di scambi e di culture, è stata conquistata da Alessandro Magno, devastata dalle orde mongole di Gengis Khan sino a risorgere con Tamerlano. E’ stato quest’ultimo ha creare i meravigliosi palazzi che hanno dato fama imperitura a questa città.

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Registan, Samarcanda, Uzbekistan

Samarcanda è il suo Registan, formato da tre Madrasse che seguono i tre lati della grande piazza. La più antica è la Madrasa di Ulug Bek, sovrano di Samarcanda del 1400, famoso per essere stato uno dei primi studiosi di astronomia. Le altre due sono più recenti, risalgono alla metà del 1600, e sono state realizzate copiando la magnificenza della più antica. Tra le particolarità si può notare che il portale dell’una è sovrastato da due tigri, mentre nell’altro sono raffigurati due leoni. In entrambi i casi si tratta di violazioni del principio islamico che vieta di raffigurare esseri viventi negli edifici religiosi.

A una certa ora della sera, alcune persone si avvicinano per chiedere se si intende salire sulla cima del minareto per vedere la piazza dall’alto. Io non l’ho fatto perché non amo queste cose “non ufficiali”, anche se ad offrirtelo sono gli stessi guardiani e poliziotti. L’ingresso al complesso monumentale è a pagamento. Si può fare un biglietto valido per l’intera giornata, con la possibilità di uscire e rientrare senza problemi. Questo consente di vedere il complesso di giorno, ma anche di sera quando vengono realizzati giochi di luce che accrescono il fascino di questo splendido luogo.

Un altro luogo di interesse e notevole bellezza è la Moschea Bibi Khanum. Si tratta di una gigantesca moschea oggi quasi in rovina. Si accede da un ingresso alto più di 35 metri e all’interno del cortile vi è un piedistallo destinato a un corano. La sua grandezza dà l’idea della maestosità dell’edificio. La leggenda racconta che qui venne sepolta una delle mogli di Tamerlano insieme con l’architetto con cui ella tradì il sovrano, venendone per questo uccisa. Pare che fu a causa di questo tradimento che in seguito le donne indossassero il velo. In realtà, sembra che si tratti di leggende senza alcun riferimento storico. Il monumento è molto bello e affascinante, tuttavia si può dare solo una occhiata di insieme poiché l’ingresso agli edifici che compongono il complesso monumentale è sconsigliato per la precarietà delle condizioni. Per questo motivo non mi è piaciuto affatto che ai turisti stranieri venga imposto un biglietto dieci volte superiore a quello dei locali per entrare in un luogo dove, di fatto, non si può vedere granché: tassare i turisti va bene, spennarli e approfittarne no!

Nelle vicinanze della Mosche si estende il Gran Bazar di Samarcanda. Può valere la pena farci una passeggiata, magari per acquistare una forma del buonissimo pane uzbeko.

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Gran Bazar di Samarcanda, Uzbekistan

Proseguendo oltre il Bazar si estende Shah–I-Zinda. Si tratta di una necropoli, parte della quale ancora oggi utilizzata come cimitero dove sorgono alcune tombe di grande bellezza, veri e propri monumenti religiosi ricoperti da bellissime maioliche. Qui ci sono le tombe degli appartenenti alla cerchia del sovrano –astronomo Ulug Bek e di Tamerlano. E’ uno dei monumenti più belli e importanti di Samarcanda, che non può essere tralasciato nella visita alla città.

Dormire

Io ho soggiornato presso l’Hotel Bibi Kahnum che si trova vicino all’omonima moschea: è un autentico piacere fare colazione sulla bella terrazza all’ombra della grande cupola. L’albergo si trova in prossimità della Taskhent Street, via pedonale lastricata alle cui estremità sorge il Registan da una parte e la moschea Bibi Khanum dall’altra, con il bazar e Shah-I-Zinda a due passi. Posizione impagabile è dire poco.
Mangiare

La cosa incredibile, trattandosi del cuore turistico della città, è che non ci sono praticamente ristoranti. Unica eccezione un locale vicino all’hotel, non eccelso in qualità, ma carino e comodo. A meno che dopo una faticosa giornata di visite con il sole a picco non si voglia prendere un taxi per andare in qualche ristorante decantato dalle guide.
#cercounhashtagperviaggiare

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4 risposte a "Lungo la Via della Seta: Samarcanda"

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