La mia prima tappa lungo il tratto uzbeko della Via della Seta è Khiva. La città ha più di 2500 anni ed una delle più antiche sulla Via della Seta. La leggenda narra che sia stata fondata da Sem figliolo di Noé. Di certo si tratta di un luogo senza tempo, che tra le sue mura ha conservato intatte le caratteristiche originali meritando il titolo di Patrimonio dell’Umanità (Unesco).
Il cuore di Khiva è l’Ichan Khala, la “Città Interna”. E’ l’antica cittadella, il luogo dove Sovrani ed Aristocrazia vivevano ed accoglievano gli ospiti in arrivo da tutto il mondo. Khiva è un museo a cielo aperto, ma questo non la rende meno viva. E’ abitata e ricca di attività.
La città è minuscola, ma vale comunque la pena spendere un paio di giorni per perdersi nel dedalo delle viuzze, curiosare nei negozi di artigianato, godersi con calma le moschee, i minareti e le madrasse di cui è disseminata e sentirsi un po’ nella “Mille e una Notte”.
Da Non Perdere
Fortezza Kunya Ark del XXII secolo che ospita madrasse, harem e prigioni.

La Medressa (o Madrassa) e il Minareto di Islom-Hoja con le sue piastrelle giallo-ocra che mutano colore nel corso della giornata. Si può salire sull’alto minareto per godersi la vista dall’alto anche se la salita non è piacevolissima. I graditi sono si impegnativi ma diventano quasi impossibili se affrontati nel buio più totale in cui sono immersi. Ambiente non adatto a chi soffre di claustrofobia.
Il tronco Minareto Kalta Minor, altra immagine iconica di Khiva, sui toni del verde acqua e dell’azzurro

Moschea del venerdì di Juma con le sue numerose colonne.
Il Mercato cittadino. Ho avuto la fortuna di imbattermici subito fuori delle mura della città. Colorato e rumoroso, vivace e trafficato, fa da contrasto con la quiete quasi museale del centro della città.

Tramonto (o Tramonti) da una delle numerose terrazze.
Tutti gli edifici storici sono a pagamento. Si può scegliere se pagare ingressi singoli o acquistare il biglietto cumulativo che consente di entrare in quasi tutti gli edifici della città (a parte i tre o quattro più significativi che hanno un biglietto a parte). Consiglio il biglietto cumulativo.
Dove Dormire
A Khiva la scelta non è molto vasta. A parte un paio di hotel di livello, destinati a gruppi organizzati, per il resto ci sono solo guest house e piccoli alberghi. Io ho scelto Arkanchi Hotel e mi sono trovata bene. Camere spartane ma grandi e pulitissime, ricca colazione al mattino e ottimo servizio di accoglienza.
Il plus è la posizione, proprio all’interno delle mura di Ichan Khala. Consiglio infatti di stare all’interno della cittadella poiché al di fuori delle mura non c’è nulla.
Mangiare
Khiva non è certo una meta gourmand. I molti turisti non hanno snaturato l’essenza di questa città che è rimasta uzbeka, quindi anche la cucina è essenzialmente locale.
Cafe Zarafshon, con patio all’aperto ed un paio di scelte non di carne.
Ristorante Bir Gumbaz piuttosto gettonato non tanto per il cibo che resta non memorabile, quanto per la posizione proprio ai piedi del Kalta Minor con vista privilegiata sullo stesso.
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Una parola sola: SPETTACOLARE!
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Grazie Mille! Bei posti davvero!
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